Pavese... il piacere di rincontrarlo
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Pavese... il piacere di rincontrarlo
"Leggendo non cerchiamo idee nuove,
ma pensieri già da noi pensati,
che acquistano sulla pagina
un suggello di conferma.
Ci colpiscono degli altri
le parole che risuonano
in una zona già nostra
- che già viviamo -
e facendola vibrare
ci permettono di cogliere
nuovi spunti dentro di noi."
ma pensieri già da noi pensati,
che acquistano sulla pagina
un suggello di conferma.
Ci colpiscono degli altri
le parole che risuonano
in una zona già nostra
- che già viviamo -
e facendola vibrare
ci permettono di cogliere
nuovi spunti dentro di noi."
Cesare Pavese
da "Il mestiere di vivere"
3 dicembre 1938
MaryRead- Pirata da oltre un anno
-
Numero di messaggi : 2317
Età : 62
Data d'iscrizione : 02.05.08
Re: Pavese... il piacere di rincontrarlo
E' molto vero!
gea- Pirata da oltre un anno
-
Numero di messaggi : 179
Età : 66
Data d'iscrizione : 22.03.08
Re: Pavese... il piacere di rincontrarlo
Mi atteggio da persona colta e poi ho delle lacune spaventose. Bellissima e vera questa poesia...non la conoscevo.... Grazie Mary!
Agika-
Numero di messaggi : 1185
Età : 71
Data d'iscrizione : 21.03.08
Re: Pavese... il piacere di rincontrarlo
Non è una poesia...ho il brutto vizio di scrive la prosa in modo "poetico" ...perchè io scrivo così.Agika ha scritto:Mi atteggio da persona colta e poi ho delle lacune spaventose. Bellissima e vera questa poesia...non la conoscevo.... Grazie Mary!
E' un diario, scritto da Pavese mentre si trovava al confino durante il periodo fascista... a Brancalaone calabro.... praticamente la punta estrema della calabria .. il nulla universale.
Ma se vuoi una poesia te ne do subito una
Pavese e la musica...
A SOLO, DI SAXOFONO
Fragorosa sul viale
ecco a un tratto l’orchestra si spegne.
Sull’orchestra in sordina,
canta spiegato un saxofono rauco.
Fin la folla si arresta.
Le case indifferenti
gravano il cielo intorno.
Vibra la voce barbara.
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Ecco che la mia vita
s’è frantumata a terra come un vetro.
La stanchezza che prima la reggeva
è scomparsa nel vortice del suono.
Resta l’anima inutile.
E le note si afferrano più acute
nell’aria, contorcendosi.
E’ la mia voce stessa
che echeggia questa notte.
Nell’anima smarrita
canta alto, altissimo la solitudine
una canzone ubriaca della vita.
La stanchezza fuggita,
non vivo per un attimo che all’urlo
modulato, esultante.
Tutta l’anima mia
rabbrividisce e trema e s’abbandona
al saxofono rauco.
E’ una donna in balìa
di un amante, una foglia
dentro il vento, un miracolo,
una musica anch’essa.
Rapido, troppo rapido l’istante.
26 maggio – 5 giugno 1929
MaryRead- Pirata da oltre un anno
-
Numero di messaggi : 2317
Età : 62
Data d'iscrizione : 02.05.08
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