Il Covo dei Single
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Anne Bonny e Mary Read pirati della Perla di Labuan- rubrica

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Messaggio  Ospite Gio 17 Apr 2008 - 14:45

essendo tutte noi pirati secondo me una cultura ci vorrebbe...come fecero Mary Read e Anne Bonny che decisero di divenire capitani pirata di un loro vascello.Sto cercando informazioni e cercando cercando sto trovando parecchie cose...

Accenni storici:

Mary nasce a Londra (o Plymouth?) verso il 1690. La madre si era sposata molto giovane con un marinaio da cui ebbe un figlio maschio. Poco dopo la nascita del bambino, che era comunque di costituzione delicata e macilenta, il marito si imbarcò per un viaggio, ma sia che esso avesse in seguito fatto naufragio, oppure che fosse morto durante la traversata, non tornò più a casa. Nonostante questo, ben presto la giovane moglie si “consolò altrimenti”. Da una sua qualche relazione extra-coniugale nacque una bimba, Mary, che sin dalla più tenera età fu però vestita e allevata dalla madre come un maschietto, in quanto doveva “sostituire”, agli occhi del mondo, il fratellino morto prematuramente, e così nascondere l’infedeltà della madre.

Mary, raggiunti i 13 anni, entrò al servizio di alcune signore, ma si stancò ben presto di questa vita e riuscì, sempre nascondendo il suo sesso, ad arruolarsi nell’esercito, militando nella guerra delle Fiandre prima in una compagnia di Fanteria e poi in una di Cavalleria, dove si distinse per il suo coraggio e capacità, guadagnandosi la stima dei suoi superiori.
Innamoratasi di un suo camerata decise di svelargli il suo segreto (l’essere appunto una donna) e, corrisposta da questo giovane, lasciarono l’esercito, si sposarono e aprirono una taverna, dove vissero felici per un certo tempo, almeno fino a quando il marito di Mary morì.

Troppo triste per continuare a vivere nei posti in cui era stata felice col suo uomo, Mary tornò ad indossare abiti maschili e si arruolò nuovamente nell’esercito ma questa volta vi rimase molto poco, e, annoiata dalla vita tranquilla di un esercito in tempo di pace, si imbarcò su un vascello in partenza per l’America, sperando di fare fortuna altrove.
Il vascello su cui si trovava fu però attaccato durante il viaggio dai pirati e, come era costume presso di loro, convinsero Mary (che credevano un uomo), ad unirsi a loro. Da quel momento comincia dunque la vita piratesca di Mary Read.



Anne nasce a Cork, in Irlanda, figlia illegittima di un avvocato già sposato, William Cormack, e di una ragazza della servitù.
La relazione tra l’avvocato e la ragazza fece tale scandalo che il padre di Anne decise di imbarcarsi, con l’amante e la figlioletta nata da questa relazione, Anne appunto, per l’America, e si stabilirono a Charleston, in Sud Carolina, dove Cormack riprese ad esercitare la professione di avvocato ma divenne anche un ricco proprietario terriero.

Il cognome Bonny (di cui si ritrovano varie grafie: Bonney, Bonnie, Bonay…), con il quale Anne e’ “passata alla storia”, risulta in realtà essere quello del marito, un certo James, marinaio di cui si era innamorata e che sposò contro il consenso del padre, da cui fu perciò diseredata. James la portò con sé a New Providence, cittadina situata su un’isola delle Bahamas, ed è qui che conobbe il pirata Rackam, di cui si innamorò a tal punto da lasciare il marito e seguire Rackam a bordo della sua nave e nelle sue avventure di mare.

Come dicevo, è sulla nave di Rackam che Mary e Anne si incontrarono, e svelatesi vicendevolmente la verità circa il loro vero essere, divennero amiche e molto affiatate negli scontri e negli abbordaggi. Erano molto abili nell’uso delle armi bianche e delle pistole (Mary, in particolare, avendo servito nell’esercito aveva una grande pratica delle armi da fuoco) ed erano agili nel saltare all’abbordaggio. Invero, si disse di loro che nessuno era stato altrettanto “sfacciato e coraggioso”, tanto che si guadagnarono la reputazione di fierce hell cats” (“feroci gatte dell’inferno”).

Dopo essersi scambiate, Mary ed Anne, la confidenza circa il loro vero sesso, Mary dovette rivelarlo anche a Rackam, (Calico Jack) perché questi si era insospettito dello strano comportamento che le due donne tenevano e aveva minacciato di ucciderle. A questo proposito si narra che: “Rackam promise il segreto sulla vera identità di Mary, ma lo serbò così poco che il pilota venne a saperlo. Quel pilota era un donnaiolo che approfittò dell’occasione; volle stringere alla vita la bella pirata; essa gli rispose con uno schiaffo; egli replicò con un pugno in mezzo al viso. Sdegnata, Mary Read corre dal capitano e reclama il diritto di vendicarsi. Una scialuppa la conduce a terra col suo avversario, per ivi battersi in duello conforme l’uso dei pirati. I padrini e le parti giungono sulla spiaggia. Il combattimento incomincia. Il pilota è trafitto da parte a parte:
- Miserabile, gli grida Mary, tu mi credevi donna ed hai avuto la viltà di percuotermi. Ebbene quella donna oggi ti uccide per dare un esempio a quelli che domani si arrischiassero a insultarla.
Da quel giorno in poi, ciascuno conobbe il vero sesso di quel pirata; ma ciascuno in avvenire la rispettò. Ella seppe sempre farsi distinguere per la sua intrepidezza ed energia”.


(Duello di Mary Read)

E non fu questo l’unico caso in cui Mary si distinse uscendo vittoriosa da un duello uno-contro-uno.
Si racconta infatti anche che un giorno gli uomini di Rackam fecero prigioniero durante un abbordaggio un giovane uomo di cui Mary si innamorò e cui decise alla fine di “rivelarsi”. Ma questo giovane, in seguito ad uno sgarro subito, fu sfidato a duello da un altro membro dell’equipaggio, un duello che accettò ma in cui era molto probabile sarebbe uscito sconfitto. Mary allora, per proteggere l’uomo che amava, ma affinché questi non fosse accusato di codardia per non essersi presentato al duello, sfidò a sua volta l’avversario del suo uomo, si scontrò con lui due ore prima di quanto quest’ultimo avrebbe dovuto fare, e, combattendo con spada e pistola, lo uccise, riuscendo in questo modo a evitare che a morire nel duello fosse l’uomo che amava.

Infatti, dopo una serie di avventure vissute insieme sullo sloop “Vanity” di Rackam, furono catturate nell’ottobre del 1720 mentre si trovano nelle acque della Giamaica. Anche in questa occasione le due donne si distinsero, perché combatterono strenuamente, anche se in evidente inferiorità numerica rispetto ai soldati inglesi che le avevano attaccate.

Al contrario, Rackam e gli altri uomini, molti dei quali erano già “fuori combattimento” perché ubriachi quando era cominciato il combattimento, quasi “scoraggiati” da tale superiorità numerica degli avversari, si batterono con scarsa determinazione e questo costò loro la libertà; stessa sorte toccò alla fine alle due donne, che, rimaste sole, non riuscirono a cambiare le sorti della battaglia, nonostante il loro esempio e vari incitamenti ai loro compagni [Mary ed Anne gridarono loro a più riprese come up, you cowards, and fight like men!”(venite, codardi e combattete da uomini!) ma poi angrily raged, fired Arms down the hold against them, killing one and wounding several others (infuriate, scaricarono le armi contro di loro, uccidendone uno e ferendone vari altri)].


Quando si scoprì che questi due pirati erano donne, fu deciso che loro sarebbero state processate separatamente dagli uomini.

Catturati e processati, gli “uomini” del Vanity furono impiccati il 28 novembre 1720 e secondo le cronache, Anne Bonny, cui fu permesso il giorno prima dell’esecuzione di Rackam di rivedere il suo amante per l’ultima volta, non ebbe per lui parole d’amore ma di disprezzo, perché lo lasciò dicendo: Had you fought like a man, you need not have been hang'd like a dog." (“Se tu avessi saputo combattere come un uomo, non saresti oggi ridotto ad essere strozzato come un cane”).

(Il pirata John Rackam)



Una settimana dopo l’impiccagione degli uomini, il Tribunale di Santiago de la Vega, in Giamaica, dove si svolse il processo, tornò a occuparsi delle due donne ed è anzi proprio grazie ai verbali di questo processo che le vide imputate, che ci sono giunte molte delle testimonianze riguardo alla vita e all’attività di queste due donne.

Molte furono le accuse rivolte a Mary e Anne: furono accusate di aver aderito volontariamente, e non per costrizione, alla pirateria, e in particolare un testimone dichiarò che, essendo stato fatto prigioniero da Rackam durante un abbordaggio, si era trovato per caso a parlare della pericolosa vita del pirata con Mary Read, che naturalmente aveva creduto essere un uomo, e in quell’occasione lei gli aveva risposto di apprezzare invece la vita del pirata.

Testimoni dichiararono di “averle viste combattere e che esse erano assai attive a bordo e disposte a fare qualsiasi cosa; che Anne Bonny, una delle prigioniere alla sbarra, porgeva polvere da sparo agli uomini, che quando vedevano una qualsiasi nave, la rincorrevano o l’attaccavano, esse indossavano abiti maschili [“wore men's jackets, and long trousers, and handkerchiefs tied about their heads; and that each of them had a machete and pistol in their hands”(indossavano giacche da uomo, e calzoni lunghi e fazzoletti legati dietro alla testa; e ognuna di loro aveva un machete e una pistola in mano)] e in altri momenti indossavano abiti femminili; che esse non sembravano essere impedite o trattenute con la forza, ma per loro consenso e spontanea volontà”.

Furono accusate inoltre di aver esercitato a bordo “la più antica professione del mondo”, cioè la prostituzione, ma entrambe le donne respinsero questa affermazione. Probabilmente, di tutte le accuse che furono rivolte loro, questa era la più infondata, almeno per quanto riguarda Mary che, fino a quando non aveva dovuto rivelare la sua vera identità ad Anne (e in realtà anche per un certo periodo dopo questo fatto), era sempre stata creduta dall’equipaggio pirata un uomo, poiché si comportava come tale e anzi il suo coraggio e la sua bravura con le armi non davano adito a dubbi.

Più ambiguo, al riguardo, era il comportamento di Anne, dichiaratamente l’amante del capitano Rackam, ma che probabilmente non era un esempio di castità e fedeltà all’amante. Tanto è vero che, prima di scoprire che anche Mary era una donna, l’aveva scambiata per un “prestante compagno” e aveva provato a corteggiarla!




Alla fine del processo, questa fu la sentenza emessa: "You, Mary Read, and Ann Bonny, alias Bonn, are to go from hence to the place from whence you came, and from thence to the place of execution; where you shall be severally hanged by the neck till you are severally dead. And God of his infinite mercy be merciful to both your souls."(Voi, Mary Read e Anne Bonny, alias Bonn, andrete da qui al posto donde venite, e di là al posto dell’esecuzione; qui verrete in seguito impiccate per il collo fino a che sarete morte. E Dio nella sua infinita bontà abbia pietà della vostra anima).









Mary ed Anne, al pari dei loro ex-compagni, furono dunque condannate a morte, ma, così come avevano fatto per tutta la loro vita, riuscirono a cavarsela diversamente: dichiararono di essere entrambe incinte (e in effetti lo erano), e siccome la legge inglese non permetteva la condanna a morte nel caso di donne in stato interessante (perché si doveva salvaguardare la piccola vita che portavano in grembo), la pena fu temporaneamente sospesa fino a dopo il parto.

E’ certo il punto che non furono impiccate, perché non si sono ritrovati documenti comprovanti la loro esecuzione; è incerto però quanto fu di loro in seguito: pare che Mary morì in prigione dopo il processo a causa di una violenta febbre, ma c’e’ chi sostiene che in realtà la donna si finse morta e poté evadere di prigione grazie ad un travestimento.

Quanto ad Anne, si racconta che il padre, commosso per le vicende della figlia, sia intervenuto corrompendo i carcerieri e facendola così evadere; in seguito, Anne visse una vita tranquilla in un’isoletta dei Caraibi.
La sua fuga secondo alcuni si dovrebbe invece a Sir Nicholas Lawes, il giudice del Tribunale che l’aveva condannata, e che si era perdutamente innamorato di lei.
Queste voci, comunque, indipendentemente dall’artefice della liberazione, sembrano concordare sul fatto che Anne Bonny “fuggì” e chissà quindi che non sia effettivamente questa la verità e che la stessa, come sostengono alcuni, visse il resto della vita in Inghilterra, aprendo una taverna dove intratteneva gli abitanti del posto con i racconti delle sue imprese e avventure.

C’e’ infine anche chi afferma che, fuggite entrambe, Anne e Mary si trasferirono in Louisiana dove allevarono i loro figli insieme e furono amiche fino alla fine della loro vita.



Infine, una curiosità.
Il personaggio di Mary Read è diventato anche il protagonista di uno scanzonato film di produzione italiana del 1961 (regia di Umberto Lenzi).
La Mary Read del film (al secolo Lisa Gestoni), è una donna bella e furba che, per scampare alla forca nella madrepatria Inghilterra, sfrutta le proprie “grazie” e si imbarca sulla nave di un corsaro di Sua Maestà Britannica, Capitan Poof, in partenza per l’America.

Collegamenti col personaggio realmente esistito ce ne sono pochi, a parte naturalmente il fatto che, approfittando della morte di Capitan Poof, Mary Read diventa capitano della ciurma e del vascello su cui si era imbarcata e trascina in tanti vittoriosi arrembaggi i suoi entusiasti uomini, che riesce a comandare e a zittire come agnellini.
Una donna audace e battagliera, un buon prototipo dunque di una “donna pirata” che oltre alla forza, sapeva mostrarsi gelosa e un po’ civettuola con gli uomini e sfruttare efficacemente anche le armi del suo sesso.

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Messaggio  Ospite Gio 17 Apr 2008 - 14:46

Accenni culturali:
è uscito un libro di solo pirati donne....penso sia bello da leggere, l'ho messo come avatar...


Celia Rees
Pirate
Le vere straordinarie avventure di Minerva Scarpe e Nancy Kington, donne pirata

“’Donne pirata!’ Il capitano fissava Minerva e me con disgusto. ‘Per la barba del demonio! come se non ne avessimo già abbastanza. Cosa arriverà dopo, un capitano in sottoveste?’ Tamburellò con le dita e ci guardò con occhi più gelidi del mare d’inverno. ‘Rapite, dite voi?’ Si rivolse a William. ‘Costrette a seguirli? Mai sentito niente del genere’. Alzò le braccia al cielo”.

L’idea è decisamente divertente e, come scrive la stessa autrice nella nota introduttiva, è nata per caso ma ha subito entusiasmato lei e la sua editor. Chi meglio di un’autrice che vanta romanzi come Il viaggio della strega bambina e Se fossi una strega, poteva realizzare un romanzo sulle donne pirata? Eppure la fotografia pubblicata sul suo sito (per altro molto bello graficamente) la ritrae assolutamente diversa dalle immagini dure, misteriose, affascinanti delle donne che appaiono sulle sue copertine: una giovane signora sorridente più vicina a una cuoca che a una spietata navigatrice dei sette mari con pistole, sciabola e brache maschili... una ennesima riprova che non si giudica l’autore dal suo aspetto!
Il racconto parte dall’ipotesi che una piratessa, ormai ritiratasi dall’attività, scriva, nel 1724, le sue memorie per consegnarle poi al “signor Daniel Defoe di Londra, che da ciò che ho sentito dire ha interesse per coloro che hanno scelto la vita piratesca”. La narrazione è leggera e scorrevole, non troppo elaborata, e adatta anche a un pubblico giovane (non a caso l’editore è Salani). Si tratta al tempo stesso del pregio e del limite del romanzo, che spesso scivola un po’ troppo nel romanticismo da vaudeville, per riprendersi però abbastanza in fretta con nuovi colpi di scena e avventure. Lunga la parte iniziale che descrive la vita della protagonista, Nancy Kington, prima delle vicende marinare, quando, figlia di una famiglia benestante, è ancora lontana da quegli eventi sconvolgenti che porteranno la sua esistenza in ben altre direzioni: dal naufragio di una nave con tutto il patrimonio di famiglia alla morte improvvisa del padre. Innanzitutto una nuova casa, molto distante dall’Inghilterra, poi numerosi (e a volte pericolosi) spasimanti, una amica-schiava di nome Minerva, un assassinio e la necessità di fuggire, nascondersi, anche a bordo della nave dei pirati, fingendosi uomini grazie all’aiuto del capitano, malgrado l’ultimo articolo della Deliverance dei pirati declami: “non si devono portare a bordo né donne né bambini. Se un uomo seduce una donna e la porta a bordo travestita, verrà messo a morte”. A questo punto entriamo nel vivo delle avventure e sarebbe un atto piratesco anticiparvi di più.

Pirate. Le vere straordinarie avventure di Minerva Scarpe e Nancy Kington, donne pirata di Celia Rees
Titolo originale: Pirates
Traduzione di Valentina Daniele
331 pag., Euro 15,00 – Edizioni Salani
ISBN: 88-8451-410-X

Le prime righe


La figlia del mercante di Bristol

1


Fin da bambina, la mia mente aveva sempre avuto la tendenza a vagare, e per anni il mio sogno era stato quello di partire su una delle navi di mio padre. Una grigia mattina d'estate del 1722 il mio desiderio fu esaudito, ma non nel modo in cui avrei voluto.
Lasciai il porto di Bristol a bordo della Sally'Anne: i marinai portavano il lutto al braccio e le bandiere erano a mezz'asta. Il mattino era sorto cupo e freddo, il vento si era rinfrescato e ci mandava la pioggia sul viso. I marinai guardavano in su, leggendo le nubi veloci, le fronti aggrottate dall'apprensione, ma questa era solo una piccola bufera. L'ultimo respiro della tempesta che aveva spezzato la vita di mio padre e la mia.
Mio padre era un mercante di zucchero e di schiavi. Possedeva piantagioni in Giamaica, ed era lì che ero diretta, ma non me ne era stato detto il motivo o la ragione. I miei fratelli avevano detto solo che era l'ultimo desiderio di mio padre. Non avevo ancora sedici anni ed ero una ragazza, quindi a me non si facevano domande né mi si consultava. Erano convinti che fossi stupida. Ma io sono tutt'altro che stupida. Sapevo abbastanza il fatto mio da non fidarmi di nessuno di loro, e il tempo mi avrebbe dato ragione. Mi avevano venduta, come qualsiasi africana portata dalla costa della Guinea.
Forse non avrei più rivisto il porto della mia città, ma non piansi quando lo lasciai. E non mi guardai indietro come facevano gli altri, sperando in un ultimo sguardo dell'amata o della moglie, guardando l'alta torre di S. Mary Red-cliffe, sussurrando una preghiera: Maria Madre di Dio, Stella.

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Messaggio  milena Gio 17 Apr 2008 - 14:53

deve essere avvincente e avventuroso, penso proprio che lo leggerò... Very Happy

milena

Numero di messaggi : 147
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Messaggio  Ospite Gio 17 Apr 2008 - 15:09

Cara Sweet, stai rischiando grosso!!!
Hai divulgato notizie sulle mie piratesse senza autorizzazione!!!!!!
Peraltro sono notizie in parte anche vere, ma senza il contributo di Calico Jack non potevi inserirle...
Io, John Rackham, ti intimo di rettificare il racconto delle loro vite, nella parte in cui si parla della loro cattura, perché falso e diffamante nei confronti del sottoscritto pirata Calico Jack!!! pirat
Se non lo farai entro trenta secondi, sarai sottoposta a tre giri di chiglia, con pena accessoria la sospensione dalle gioie dell'harem per due settimane!

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Messaggio  candy_candy Gio 17 Apr 2008 - 17:38

le gioie dell'harem ????? tongue non ti perdi nulla Sweet insisti divulga... che si sappia chi era calikojack ! Twisted Evil
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Pirata da oltre un anno

Femmina
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Messaggio  Ospite Gio 17 Apr 2008 - 17:50

d'altronde le gioie dell'harem mi sa che l'avevano anche le nostre sorelle pirati.

Davvero non mi perdo niente? tongue Allora insisto

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